Lo spettacolo più bello per il pubblico era quello dei gladiatori (il gladio era la spada corta usata dai legionari, soldati romani), prigionieri di guerra che fatti schiavi ( uomini senza libertà) combattevano nell’arena ( campo di terra) per un periodo limitato, al termine ( alla fine) del quale potevano guadagnare la libertà. Altre persone facevano il gladiatore in cerca di celebrità e ricchezza.
Verso mezzogiorno gli spettatori cominciavano a gridare e, tra squilli di trombe, entravano nell’arena i gladiatori in parata (passeggiata lungo una strada, sfilata).
Provenivano da una galleria sotterranea, accolti come veri e propri eroi, un po’ come succede oggi per i campioni sportivi. Compiuto un breve giro dell’arena, i gladiatori rendevano omaggio davanti alla tribuna dove era seduto l’imperatore e lo salutavano con le celebri parole “Ave Cesare morituri te salutant” (Salve o Cesare, coloro che stanno per morire ti salutano).