” Ai corsi 150 ore, stabilizzatisi sotto le quattromila unità nella seconda metà degli anni Ottanta, partecipavano all’epoca in maggioranza casalinghe (29%), disoccupati (21%), giovani in cerca di prima occupazione (16%) e lavoratori precari (6%)44.
Nata come un’esperienza innovativa per forma e contenuti, la “scuola delle 150 ore” non ha saputo rinnovarsi alla luce dei mutamenti socio-economici avvenuti tra anni Settanta e Ottanta. Il massiccio afflusso nel nostro Paese di immigrati scarsamente scolarizzati, comunque provenienti da percorsi formativi eterogenei, e l’aumento dell’analfabetismo, non soltanto funzionale, hanno imposto strategie e modalità differenti alle pratiche di lifelong learning. Il confronto con le realtà degli altri paesi comunitari rivela tuttavia quanto sia ancora precario il cammino svolto in questi ultimi anni dall’educazione degli adulti in Italia, combattuta tra la necessità di una riorganizzazione anche strutturale e un ripensamento critico. ” ( saggio di Fabio Targhetta )